Possedere una piscina significa poter contare su un angolo di relax e benessere sempre disponibile. Ma affinché questo sia vero, bisogna occuparsi anche della sua manutenzione e disinfezione. Operazioni indispensabili per cui sono necessari prodotti specifici, studiati e sviluppati per garantire il massimo del comfort e della pulizia.
In questo articolo ci occupiamo proprio di uno di questi prodotti, anzi, sarebbe meglio dire sostanze igienizzanti: il cloro e le sue varianti, ovvero dicloro e tricloro.
Chiunque possieda una piscina o desideri acquistarne una, avrà sentito parlare di cloro. Il cloro è infatti un elemento chimico (il 17° della tavola periodica indicato con il simbolo CL) ampiamente utilizzato per depurare l’acqua della piscina.
Ma questo non è l’unico ambito in cui viene impiegato: la sua azione è talmente efficace, infatti, che si trova anche all’interno di prodotti per la pulizia domestica e nei detergenti per tessuti, ma anche in alcuni vernici e solventi in genere.
Sicuro e versatile, il cloro per piscine serve per eliminare agenti patogeni e batteri dall’acqua, responsabili - tra gli altri - di impurità, intorbidimento e alghe in piscina. Per agire correttamente, però, deve entrare in contatto con acque con un pH compreso tra 7.2 e 7.6 con una contrazione tra 1 e 2 ppm: analizzare correttamente i valori della piscina è quindi fondamentale per evitare di rendere nulla l’azione del cloro o, peggio ancora, provocare irritazioni cutanee ai bagnanti.
A seconda del trattamento che si intende fare, ordinario o straordinario, possono essere impiegati diversi tipi di cloro:
Il principio alla base è lo stesso per tutti ma i loro utilizzi sono diversi.
Il dicloro ha una concentrazione di cloro pari al 56% e agisce in modo molto veloce, per questo viene chiamato anche “cloro rapido”. La sua immediata solubilità lo rende perfetto per alzare in poco tempo i livelli di cloro quando, per diverse ragioni, si abbassano eccessivamente ed è necessario procedere in fretta.
Il dicloro viene utilizzato per trattamenti straordinari di superclorazione o clorazione shock. Si tratta di un intervento volto a ripristinare le condizioni ottimali della piscina in fase di apertura e chiusura, ma anche a seguito di temporali o altri eventi che abbiano compromesso qualità e limpidezza dell’acqua, come un elevato numero di bagnanti o sporcizia eccessiva. L’effetto, infatti, è quello di una disinfezione d’urto, che riporta i livelli di cloro ai valori corretti per consentire la balneazione.
Affinché non vi siano imprevisti o effetti collaterali, è importante seguire le istruzioni di utilizzo e i quantitativi previsti dal produttore per compiere le varie operazioni.
Il tricloro contiene circa il 90% di cloro e, al contrario del dicloro, viene utilizzato proprio in funzione del suo rilascio lento, per la manutenzione dell’acqua. Inoltre, a differenza del trattamento con dicloro, per cui è necessario attendere diverse ore prima di entrare in acqua, quando è in uso il tricloro è comunque possibile utilizzare la piscina, a patto di rispettare i dosaggi indicati sulla confezione.
Sul mercato, sono presenti diversi formati che variano a seconda delle dimensioni della piscina (200 gr o 250 gr per quelle medio-grandi e in pastiglie da 20 gr per quelle più piccole).
Il tricloro può essere utilizzato dopo aver effettuato una clorazione shock, per mantenere stabili i livelli di cloro in piscina. La sua azione dura a lungo poiché impiega circa due settimane per sciogliersi completamente.
Come per il dicloro, anche per il tricloro bastano 10/15 gr di prodotto per ogni metro cubo di acqua, ma non va versato direttamente nella vasca: la sua azione corrosiva, infatti, rischia di rovinare il rivestimento interno, soprattutto se si tratta di liner.
Per utilizzarlo, è sufficiente inserire la pastiglia nel cestello dello skimmer o ricorrere gli appositi erogatori galleggianti.
Anche se si tratta di articoli di uso comune, non bisogna dimenticare che si tratta pur sempre di prodotti chimici ed è quindi necessario prestare attenzione sia durante l’erogazione, sia in fase di conservazione senza sottovalutarne i rischi.
Oltre a seguire fedelmente le istruzioni riportate sulla confezione circa modalità di impiego e dosaggi, è importante tutelare la propria salute e quella altrui proteggendosi a dovere. Per esempio, è sempre consigliabile indossare i guanti e, per il cloro in polvere, una mascherina, per evitare di inalarlo involontariamente.
La confezione vuota va smaltita solo secondo quanto previsto dai produttori ed è altamente sconsigliato utilizzarla per conservare altre sostanze, o travasare il prodotto avanzato in altri contenitori, anche se in piccole quantità: le reazioni chimiche sono infatti imprevedibili e potenzialmente pericolose.
Per conservare al meglio cloro, dicloro e tricloro è sufficiente riporre le relative confezioni in luoghi freschi, asciutti e lontani da fonti di calore diretto, assicurandosi che rimangano ben sigillate anche dopo il primo utilizzo. Così facendo, non solo se ne preserverà l’efficacia, ma si eviteranno possibili incidenti dati dal contatto con cose, persone o animali domestici. In caso di versamento, è necessario valutare attentamente la situazione ed eventualmente intervenire risciacquando con abbondanti quantità d’acqua, ma sempre tenendo presente l’azione del cloro sull’impianto di destinazione.
In alternativa, è possibile anche considerare l’acquisto di piscine senza cloro, ovvero di impianti che non prevedano l’uso del cloro per la disinfezione dell’acqua.
Per questa e altre valutazioni, noi di Piscina Fai da Te® siamo sempre a tua disposizione: contattaci per avere maggiori informazioni o richiedere un preventivo gratuito sulla nostra innovativa soluzione in KIT completa di tutto!