Se ben gestita, l’acqua della piscina può non essere cambiata spesso: una corretta manutenzione e l’utilizzo di prodotti disinfettanti nelle giuste quantità e modalità, infatti, rende la vasca sicura anche da una stagione all’altra. Eppure, ci sono situazioni in cui è necessario procedere allo svuotamento e, in questi casi, può venire spontanea una domanda: è possibile riutilizzare l’acqua della piscina, magari per innaffiare il giardino? Si tratta di un quesito legittimo, che testimonia una certa - e necessaria - sensibilità alla questione ambientale, tema sempre più attuale e importante anche in ambito domestico. A seconda della grandezza della piscina, i litri di acqua contenuti possono essere più o meno numerosi e così l’idea di doverli gettare via può apparire come un vero e proprio spreco. Vediamo allora se e come è possibile usare l’acqua della vasca per altri scopi.
Prima di iniziare, è bene specificare che in questo articolo ci concentriamo sull’acqua clorata. In commercio esistono anche piscine senza cloro, come le biopiscine, che utilizzano prodotti privi di agenti chimici e che quindi non pongono particolari problemi; o le piscine ad acqua salata, di cui però è sconsigliabile l’utilizzo per l’irrigazione del prato e dell’orto perché il sale in quantità abbondanti potrebbe danneggiarli irrimediabilmente. Il cloro è la sostanza più comune adoperata per depurare l’acqua delle piscine e i suoi effetti sulla vegetazione cambiano a seconda delle quantità e della tipologia di piante con cui entra in contatto. Basti pensare che l’acqua comunale contiene, solitamente, una concentrazione di cloro inferiore a 1 ppm e può essere utilizzata per innaffiare senza timori. Il cloro presente in piscina, però, è molto superiore e non sempre prato e ortaggi riescono a sopportarlo.
Estremamente efficace contro impurità e batteri dannosi per l’uomo, il cloro rischia invece di essere nocivo per le piante. Alcune, come peperoni, pomodori, broccoli, petunie, asparagina, fucsia e crassula sono più resistenti, mentre altre (come le acidofile o le rose) sono piuttosto delicate e difficilmente tollereranno grandi quantità di cloro nel terreno. In certi casi, il cloro può provocare un vero e proprio effetto fitotossico, che impedisce la crescita e la diffusione del verde.
Lo stesso vale per il prato: l’erba infatti è piuttosto sensibile e un uso eccessivo di sostanze chimiche disinfettanti può portare alla distruzione della microfauna batterica presente nel terreno, funzionale allo sviluppo della pianta. Inoltre, meglio evitarlo del tutto per gli ortaggi a foglia o che vanno consumati crudi!
Dunque, vietato utilizzare l’acqua della piscina per innaffiare? La risposta è “ni”. Prima di farlo è importante analizzarla e assicurarsi che la concentrazione di cloro sia sopportabile dalle piante che si intende bagnare. Se così non fosse, meglio aspettare qualche giorno oppure intervenire per abbassare o declorare l’acqua anche attraverso prodotti specifici. Considera, però, che queste operazioni non purificheranno completamente l’acqua: azione possibile solo a seguito di trattamenti lunghi e costosi come la depurazione biologica, chimica, la decantazione e la filtrazione, poco praticabili in ambito domestico.
In generale, è sempre consigliabile verificare l’effetto del cloro su una piccola porzione di terreno prima di distribuirla su superfici più ampie. E, soprattutto, non utilizzare l’acqua della piscina in via esclusiva, ma alternandola ad irrigazioni “classiche”, con acqua dolce.
L’irrigazione non è l’unico modo per riutilizzare l’acqua della piscina. Per tutti, è però necessario prevedere un sistema di raccolta dell’acqua dopo lo svuotamento della vasca, prima cioè che venga scaricata altrove.
Una volta fatto, è possibile impiegare l’acqua per:
Anche il riutilizzo è infatti una forma di risparmio idrico, insieme all’adozione di coperture per ridurre l’evaporazione notturna e alla pulizia costante, che garantisce sempre condizioni ottimali dell’acqua. Dunque spazio alla fantasia e alla creatività anche nel riciclo, facendo però sempre attenzione ai valori dell’acqua, per evitare di provocare danni a cose o persone.
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